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Neutralità climatica prima del 2050

Un obiettivo concreto per UE grazie alle energie rinnovabili. SolarPower Europe ha diffuso un nuovo report, riportando risultati importanti per il futuro dell’Europa. Stando, infatti, ai dati l’uso di un sistema di energia rinnovabile al 100% della produttività consentirebbe all’Unione Europea di azzerare ogni criticità climatica prima del 2050, abbattendo anche i costi. Inoltre, la diffusione sempre più capillare di impianti ecosostenibili assicurerebbe una drastica riduzione delle emissioni di gas serra, portando ad un loro azzeramento entro il 2040. L’energia solare è destinata a generare oltre il 60% dell’elettricità dell’UE entro il 2050. tagliare questo traguardo, però, il sistema energetico dell’UE ha bisogno di un alto tasso di elettrificazione, di un’integrazione tra i settori e del supporto dei Governi, chiamati a diffondere una normativa chiara nel comparto. SolarPower Europe e l’Università LUT hanno diffuso il rapporto “100% Renewable Europe: How to make Europe’s energy system climate neutral before 2050”; esso ipotizza un panorama futuro ecosostenibile al 100%, che assicurerebbe all’Europa di abbattere i problemi climatici entro il 2050. In particolare, lo studio apre a tre possibili itinerari di transizione. 

Il realizzarsi di contesti caratterizzati dal 100% di energie rinnovabili ed ecosostenibili concretizzerebbe costi energetici unitari inferiori, dimostrando che l’abbattimento della criticità climatica entro il 2050 è conveniente anche dal punto di vista economico. A tal proposito, Aristotelis Chantavas, Presidente di SolarPower Europe, ha affermato che puntare sull’ecosostenibilità al 100% agevolerebbe l’intento dell’Europa della neutralità climatica entro il 2050, permettendo poi di perseguire “l’ambizioso ’obiettivo dell’accordo di Parigi a 1,5°C e senza ricorrere al carbonio, garantendo inoltre un importante calo delle emissioni di gas serra, fino a zero nel 2040”. Chantavas, poi, ha sottolineato quanto sia importante “il ruolo centrale dell’elettrificazione per ottenere un sistema energetico al 100% basato su energie rinnovabili, che genererà significativi guadagni di efficienza del sistema e faciliterà l’integrazione settoriale”. Grazie a questi progetti, l’impegno collettivo è orientato al concretizzarsi del Green Deal europeo. Le prospettive di Chantavas sono sostenute da Michael Schmela, Executive Advisor e responsabile della Market Intelligence di SolarPower Europe

Quest’ultimo, infatti, ha dichiarato che sarà importante puntare sull’energia solare, in grado di produrre più del 60% dell’elettricità europea entro il 2050. Puntare sull’energia solare non basta, poiché Schmela sottolinea quanto sia importante abbinare a questo “un alto tasso di elettrificazione e di integrazione settoriale, che è essenziale per ottenere un sistema energetico integrato e rinnovabile al 100%”. Schmela individua, poi, negli elettrolizzatori per la produzione di idrogeno “una tecnologia cruciale per questo scenario, poiché a partire dal 2030 l’idrogeno rinnovabile contribuirà alla completa decarbonizzazione dei settori del calore e dei trasporti, diventando il secondo vettore energetico chiave dell’Europa”. Inoltre Schmela individua nell’immagazzinamento dell’elettricità un’importante strategia “per garantire una fornitura di energia ininterrotta, con batterie che contribuiranno fino al 70%”, evidenziando come “i percorsi di transizione al 100% di energie rinnovabili sono i più convenienti in termini di costi, mentre gli scenari a bassa ambizione sono più onerosi per l’economia, la società e l’ambiente europei”. Aurélie Beauvais, direttore politico di SolarPower Europe, chiama in causa i governi, il cui ruolo diventa centrale “per realizzare un sistema energetico basato al 100% su fonti rinnovabili entro il 2050, dove il solare e l’eolico sono i pilastri principali della transizione energetica”. Infatti, secondo il pensiero di Beauvais, le istituzioni “devono mettere in atto politiche e finanziamenti adeguati, in grado di rimuovere le barriere esistenti”, consapevole che “l’idrogeno, il solare e l’eolico a basso costo fungeranno da vettori energetici primari”. Di certo, si tratta di una prospettiva importante, di cui la Green Energy Ambiente e Tecnologie Srl di Leo Marino Benedettini prenderà atto nella sua quotidiana attività nel comparto delle energie verdi ed ecosostenibili.

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Dopo la crisi ripartire dalle rinnovabili

Quale sarà il futuro dell’Italia, una volta superata la grande crisi sanitaria ed economica dovuta al Covid-19 che sta affrontando? Come risaputo, siamo nel bel mezzo di una pandemia, il che significa che non è solo il nostro Paese a dover fare riflessioni circa il ‘dopo Coronavirus’, ma il mondo intero. La strada percorribile però, appare soltanto una: intensificare gli investimenti sulla Green Economy. Anche il nostro Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, pare aver compreso che una riflessione profonda circa le risorse da mettere in campo quando la strada sarà in discesa, passa necessariamente da un cambiamento radicale nell’utilizzo dei combustibili fossili e quindi attuare una lotta concreta alla dipendenza dal carbone. Una riflessione che scaturisce dai fatti stessi e dai dati scientifici, che non permettono più mistificazioni della realtà o tentennamenti: siamo molto vicini al collasso climatico. E tutti gli esperti del mondo che proprio in questi primi drammatici mesi del 2020 si sono ritrovati a dover studiare una malattia fino ad ora sconosciuta e letale, concordano sul fatto che la mutazione del virus è stata fortemente determinata proprio dal cambiamento climatico e principalmente dall’alterazione dell’habitat degli animali dai quali è partita l’infezione (nella fattispecie i pipistrelli). Non solo, da ultimi studi circa la veicolazione del contagio, è emerso che una delle cause più probabili è determinata proprio dalle polveri sottili – quindi dallo smog – di cui ormai sono ammantate la maggior parte delle città della Terra. Insomma, questa pandemia ci sta suggerendo che dobbiamo cambiare rotta e dobbiamo farlo il prima possibile. Perlopiù che – come specificato da Giuseppe Conte – “Purtroppo tempo non ne abbiamo. Dobbiamo cambiare ora, per il bene dell’Italia. […] Lo dobbiamo fare subito”. L’occasione per iniziare seriamente a progettare un futuro più ‘green’, potrebbe essere a breve, quando l’ora buia sarà passata e ci sarà tutto da ricostruire. I nuovi investimenti che riguarderanno le industrie e le imprese quindi, devono per forza contemplare una ‘rinascita’ che sia instradata a monte verso l’utilizzo delle energie rinnovabili. ‘Tornare alla normalità’, deve significare soprattutto questo: imparare dal passato e dalla drammatica esperienza che stiamo vivendo e far ripartire l’economia grazie ad investimenti mirati a favorire la Green Economy. Solo così tutto questo avrà avuto un senso e il futuro non potrà che essere decisamente più roseo per l’Italia e per il mondo intero. Dobbiamo sfruttare questa seconda chance nel miglior modo possibile. Dal blog: Leo Marino Benedettini.

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Quanta energia produce un pannello solare termico o fotovoltaico?

Le risorse energetiche tradizionali come petrolio, carbone e gas sono in via di esaurimento. Sono, infatti, fonti non rinnovabili, prodotte dalla Terra in milioni di anni ma consumate a ritmi vertiginosi dall’uomo nel corso dell’ultimo secolo. Queste risorse, oltre a essere esauribili, sono anche fortemente inquinanti.

A queste si contrappongono le fonti energetiche rinnovabili, che, a differenza delle fonti di energia non rinnovabili, sono forme di energia che rispettano le risorse provenienti dal mondo naturale. Non inquinano e non si esauriscono, dal momento che hanno la capacità di rigenerarsi a fine ciclo. Da tempo hanno fatto il loro ingresso anche nel nostro Paese e si stanno sempre più affermando come energia del futuro, a disposizione di tutti, pulita ed economica. Le principali sono:

  • Energia idroelettrica: sfruttare il moto dell’acqua. Diffusi in larga parte del pianeta, gli impianti idroelettrici, sono sostanzialmente di 2 tipi: ad acqua fluente e ad accumulo. I primi sfruttano il moto naturale di fiumi e corsi d’acqua mentre i secondi poggiano sulla realizzazione di ampi bacini da cui attingere a seconda delle esigenze.
  • Energia solare: il sole è la prima fonte energetica che impariamo a conoscere, la sua energia può essere incanalata attraverso appositi impianti. Il fotovoltaico è il principale, caratterizzato da pannelli al silicio che trasformano le radiazioni solari in energia. C’è poi l’impianto solare termico i cui pannelli solari catturano il calore irraggiato dal sole, riscaldano il fluido termovettore (acqua unita all’antigelo) che trasporta, tramite la circolazione naturale o forzata, il calore nel serbatoio di accumulo tramite la serpentina – come ricordato dal team di Leo Marino Benedettini.
  • Energia Eolica: il vento diventa elettricità. Fra le energie rinnovabili, quella prodotta dal vento è stata fra le prime in assoluto ad essere sfruttata dall’uomo. Per funzionare al meglio, oltre alla qualità dell’impianto in sé, è necessario che venga realizzato in zone particolarmente ventose, meglio se in prossimità di mari e oceani.
  • Geotermico e biomasse: L’energia geotermica è ricavata dal calore della Terra che scalda l’acqua presente nel sottosuolo e la fa fuoriuscire sotto forma di vapore. In questo modo le centrali possono sfruttare le alte temperature generate per produrre energia. Nel secondo caso, parliamo di energia prodotta con sostanze organiche tramite processi di combustione. È il caso, ad esempio, di scarti alimentari usati per ottenere energia termica.

Tornando all’energia solare abbiamo visto che ci sono due tipi di impianti, l’impianto fotovoltaico e l’impianto solare termico. Quanta energia producono questi due tipi di impianti? Gli impianti fotovoltaici nelle regioni settentrionali hanno un rendimento annuale medio di circa 1000-1100 kWh. I valori salgono a 1200-1300 kWh nelle regioni del centro Italia e arrivano a toccare i 1400-1500 kWh nelle regioni meridionali e in Sicilia. Per quanto riguarda il pannello solare termico questo non produce energia, bensì acqua calda, e permette di risparmiare il 60-80% del costo annuo. 

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Produrre Elettricità da Generatore d’Aria

E’ possibile sfruttare l’umidità dell’ambiente per produrre l’elettricità attraverso un generatore ad aria? Sembra l’incipit di un film di fantascienza e invece è il frutto di una ricerca portata avanti dagli scienziati della University of Massachusetts Amherst, che sono riusciti a mettere a punto un nuovissimo dispositivo che sarebbe in grado di produrre elettricità in modo ‘green’ e i maniera stabile. Ma come funzionerebbe questa macchina delle meraviglie, attenta all’ambiente? I ‘segreto’ sarebbe racchiuso nel sapiente utilizzo di nanofilamenti proteici che vengono prodotti da batteri, dallo spessore inferiore ai 10 micron, prodotti dal Geobacter sulfurreducens. A catturare le particelle d’acqua presenti in gran quantità nell’umidità dell’aria, sarebbe la struttura estremamente porosa di questi nanofilamenti, che quindi vengono trattenute dai tanti legami chimici che formano cavità. Questo complesso processo, ha come effetti quello di liberare elettroni che inevitabilmente andranno a generare un flusso elettrico. Gli elettroni riescono a transitare da un elettrodo all’altro della struttura proteica, proprio tramite le particelle d’acqua che fungono da elettroliti. Una macchina che ha del prodigioso, soprattutto nell’ottica futura del reperimento di fonti di energia rinnovabili e soprattutto ‘pulite’. Se il processo messo a punto dai ricercatori della University of Massachusetts Amherst dovesse essere brevettata, rappresenterebbe davvero una grande innovazione e una grande speranza per il nostro pianeta. L’innovazione non è certamente rappresentata dal generatore d’aria, bensì da tutto il processo chimico di cattura delle particelle dell’acqua che rappresenta una chiara evoluzione dei normali generatori d’aria fino ad ora conosciuti ed utilizzati. Questo nuovissimo generatore infatti, fin dai suoi primi test sul campo, ha rivelato dei dati estremamente incoraggianti: innanzitutto, è in grado di produrre energia sempre, in modo continuativo e soprattutto stabile – senza cali di tensione, ecc. -. Attraverso una serie di processi e collegamenti con una serie di ulteriori dispositivi uguali, questo generatore d’aria permetterebbe di aumentare la sua potenza, andando quindi ad alimentare un numero potenzialmente infinito di dispositivi. Se si pensa alle infinite applicazioni di questa macchina, viene quasi da gridare al miracolo: questo modello può produrre elettricità anche in zone tendenzialmente svantaggiate, dove l’umidità nell’aria è scarsa se non quasi nulla, come ad esempio nel deserto del Sahara! I dispositivi messi a punto dall’equipe dell’università del Massachusetts, sono stati battezzati come ‘Air-gen’. Continua a leggere sul blog di Leo Marino Benedettini.